
Su Foods 9, (1): 90, 2020 è stato pubblicato uno studio dell’Università di Ghent, in Belgio, in cui sono stati riuniti due filoni di ricerca, uno incentrato sull'influenza di una serie diversificata di attributi di confezionamento (ad esempio, forma, dimensioni, colore, ecc.) sulla percezione degli alimenti confezionati, e il secondo sui lati positivi e negativi dell'utilizzo di materiali lucidi, che vengono spesso progettati in un contesto non alimentare.
La ricerca attuale si occupa dell'influenza dei packaging lucidi per alimenti (rispetto a quelli opachi) sulla percezione del cibo all'interno della confezione da parte dei consumatori. Con un sondaggio online e una ricerca quasi sperimentale, si è evidenziato che i consumatori sono influenzati dal livello di grasso alimentare presente sulla superficie della confezione, in quanto gli imballaggi lucidi vengono interpretati come un indice di presenza di grasso. Questa associazione è specifica e i consumatori non associano la lucentezza ad ogni aspetto negativo del prodotto. Il contenuto di zucchero, ad esempio, non è influenzato dalla superficie della confezione. Tuttavia, a causa del livello di grasso desunto più elevato, un prodotto presentato in una confezione lucida è percepito come meno salutare, meno gustoso, di scarsa qualità e basso prezzo. Pertanto, questi risultati suggeriscono che i packaging lucidi per alimenti (rispetto a quelli opachi) funzionano soprattutto come indice di qualità negative del prodotto.
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